
🏛 Certificato di agibilità: se manca, il venditore risarcisce solo i costi vivi
Una recente pronuncia della Cassazione (n. 10449/2025) cambia le regole sul risarcimento: niente più svalutazione automatica dell’immobile, solo rimborso delle spese documentabili
🔎 Perché è un tema cruciale per chi compra o vende immobili?
Perché spesso:
- il certificato di agibilità viene dato per scontato;
- la sua assenza genera contenziosi (e richieste di risarcimento);
- ora la Cassazione pone nuovi limiti: il danno va provato, e può essere molto più basso di quanto si creda.
🔒 Cos’è il certificato di agibilità e perché conta
Il certificato attesta che l’immobile rispetta le condizioni di:
- sicurezza strutturale
- igiene e salubrità
- risparmio energetico
- conformità edilizia
La sua assenza costituisce inadempimento del venditore (art. 1477 c.c.), in quanto documento essenziale per l’uso e la commerciabilità dell’immobile.
🔹 La novità introdotta dalla Cassazione (ord. 10449/2025)
La Corte distingue tra due tipi di mancanze:
- Carenza formale: l’immobile è conforme, ma manca la pratica amministrativa.
- L’immobile è utilizzabile.
- L’inadempimento c’è, ma il danno risarcibile è solo il costo documentabile per ottenere il certificato (tasse, tecnici, diritti).
- Carenza sostanziale: l’immobile presenta difetti gravi che impediscono il rilascio del certificato.
- Può configurarsi come:
- vendita di aliud pro alio (bene diverso da quello pattuito);
- vizio redibitorio (vizi gravi e nascosti).
- Possibili azioni: risoluzione del contratto, riduzione del prezzo, risarcimento del danno.
- Può configurarsi come:
🔢 Danno risarcibile: solo costi, non più svalutazioni presunte
La Cassazione precisa:
- Niente più automatismi nella valutazione del danno.
- Se la mancanza è solo formale, il danno non è nella ridotta commerciabilità dell’immobile.
- ✅ Il danno va provato e riguarda solo:
- spese per ottenere il certificato
- parcelle professionali
- costi amministrativi
🔔 Non basta lamentare un disagio: servono fatture, ricevute e dimostrazione del nesso tra spesa e regolarizzazione.
📈 Il principio della “compensatio lucri cum damno”
Se l’acquirente:
- regolarizza l’agibilità;
- rivende l’immobile con plusvalenza;
allora:
- il danno è assorbito dal guadagno;
- il risarcimento viene limitato ai soli costi vivi.
🚫 Nessuna “rendita di posizione” da inadempimento: il risarcimento ha funzione riparatoria, non punitiva.
🏛 Caso concreto: Cassazione ribalta il doppio risarcimento
- Società immobiliare vende senza certificato di agibilità
- Acquirente ottiene risarcimento in primo e secondo grado
- Nel frattempo: regolarizza il bene e lo rivende con profitto
- La Cassazione interviene: il danno va rideterminato, tenendo conto del vantaggio ottenuto
🔹 Conclusione: solo costi documentati e giustificati possono essere risarciti
🚀 Cosa cambia per acquirenti, venditori e operatori del settore?
- ✅ Per i venditori: attenzione agli obblighi documentali. Anche la mancanza formale può costare, seppur meno.
- ✅ Per gli acquirenti: niente automatismi nei risarcimenti. Serve dimostrare costi e danno effettivo.
- ✅ Per agenti, sviluppatori, investitori: fondamentale verificare prima della vendita la regolarità documentale, evitando zone grigie e responsabilità indirette.
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- verificare preventivamente la regolarità dell’immobile
- predisporre le corrette clausole contrattuali
- prevenire contenziosi e richieste di risarcimento
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